Sanyo Trans-World 17H-815 (1966)

 

 

Questa radio, in mio possesso da più di 25 anni, tenuta su uno scaffale per tutto questo tempo in quanto mi piaceva come oggetto, senza interessarmi del fatto che funzionasse più o meno bene,  fa parte della categoria definita “TransWorld” ovvero di quelle radio concepite per ascoltare stazioni radiofoniche anche di paesi molto lontani da dove ci si trova, dispone infatti di due antenne stilo, tre antenne interne in ferrite e presa per antenna esterna nel caso di utilizzo a bordo di un autoveicolo. La casa costruttrice dichiarava delle caratteristiche tecniche molto promettenti, addirittura superiori a radio dal costo molto più elevato, enfatizzando la presenza di ben 17 transistor con una scritta sul frontale e la dicitura “super sensitivity”, ma come vedremo in seguito non è superiore a radio con meno transistor ed alcune delle caratteristiche dichiarate sono decisamente ottimistiche.

 

  

Pubblicità su una rivista inglese del 1968.

 

Dopo i restauri fatti sulla Zenith TransOceanic e sulla Philips Antoinette, ho deciso di mettere le mani anche su questa in modo da renderla perfettamente funzionante, su Internet ho trovato il manuale di servizio per cui l’operazione non dovrebbe presentare particolari difficoltà, anche perché dal punto di vista estetico è perfetta e probabilmente si tratta solo di effettuare un po’ di manutenzione con la solita pulizia dei potenziometri, dei commutatori, ecc., collego quindi al posto delle batterie un alimentatore stabilizzato regolato a 9V e accendo la radio per provarla; appena accesa sento che la FM funziona correttamente anche se il suono non è molto pulito, in particolare sulle basse frequenze che sono piuttosto distorte, probabilmente qualche condensatore elettrolitico di disaccoppiamento si è deteriorato con il passare degli anni, cosa piuttosto normale per una radio del 1966, provando le altre gamme d’onda invece sono sorti i problemi, sulle tre gamme delle onde corte si sentono solo un paio di stazioni, debolissime e solo con il volume al massimo, sulle onde lunghe nulla (non che ci sia più molto da ascoltare), sulle onde media nulla, ma ad un certo punto della gamma verso le frequenze più basse si innescava prima un forte fischio, seguito da una serie di forti scariche continuando a scendere di frequenza, capisco a questo punto che non è solo questione di pulire potenziometri, commutatori e sostituire un paio di condensatori elettrolitici, ma c’è sicuramente di più da fare.

Inizio a questo punto a smontare la radio ed apro i due sportelli posteriori, il primo, inferiore, consente di accedere al vano batterie ed al vano dove va inserito l’alimentatore di rete (optional non presente sulla mia), il secondo si apre svitando due viti e consente di accedere a tutto il resto della radio, noto subito la massiccia presenza di masonite e pannelli di truciolare e sul fondo, parzialmente nascosto dal vano batterie e dal pannello posteriore con varie prese e switch, il circuito stampato principale con tutta la sezione ad alta e media frequenza, il primo particolare che mi ha colpito sono stati i condensatori variabili, in plastica e di piccole dimensioni, dello stesso tipo di quelli impiegati su piccole radio portatili, neanche lontanamente confrontabili con i grossi condensatori variabili ad aria utilizzati sulla Zenith e sulla Philips, su quest’ultima addirittura montati su sospensioni di gomma, l’ interno appare piuttosto caotico con molti fili che passano disordinatamente ovunque, tipica costruzione giapponese anni ’60-’70, per poter effettuare qualsiasi riparazione è necessario estrarre il telaio completo della radio dal suo mobiletto e per farlo è necessario rimuovere il vano batterie e staccare i fili dell’ altoparlante, dello strumentino indicatore del livello segnale, interruttore AFC e presa antenna esterna, unica nota positiva che sono muniti di spinotti per cui non vanno dissaldati. A questo punto, dopo aver rimosso tutte le manopole dal frontale, non resta che svitare sei dadi da 6 mm per poter estrarre il telaio della radio dal mobiletto.

 

Il telaio della radio estratto dal mobiletto.

 

Questo è il mobiletto, una realizzazione semiartigianale fatta con pannelli di materiale truciolare incollati tra di loro e rivestiti di vinile con applicati sui bordi i profili cromati e davanti la parte metallica e la plastica con la scala graduata della sintonia, da solo pesa poco meno di 3 kg!

 

 

Staccando il pannello con prese e switch si vede un secondo circuito stampato con la sezione a bassa frequenza e di lato l’amplificatore finale e l’alimentazione, in alto a destra si possono notare due trasformatori, sono quello di uscita audio e quello che pilota i finali, questi ultimi sono degli equivalenti dei nostrani AC128, difficile credere ad una potenza indistorta di 2 W (dichiarati 2.000 mW che forse fa più effetto) ed una potenza massima di 3 W (3.000 mW) quando transistor equivalenti su radio europee garantivano una potenza di non più di 1 W!

 

 

Veduta dello stadio finale ed alimentazione, in alto si vede uno dei condensatori variabili, quello delle gamme AM.

 

 

Staccato il pannellino che fa da sfondo alla scala della sintonia vediamo il circuito stampato lato piste in tutta la sua “magnificenza”, componenti elettronici saldati direttamente sulle piste ed una moltitudine di collegamenti con fili volanti che dimostrano una progettazione molto approssimativa, c’è poi una ragnatela di fili che azionano i condensatori variabili e le lancette della sintonia con le relative pulegge.

 

A questo punto ho iniziato a studiare la documentazione tecnica non potendo non rendermi conto di quanto sia stata fatta male, sullo schema non c’è alcuna tensione di riferimento, su molti altri schemi sono indicate numerose tensioni come ad esempio quelle sui terminali di ogni transistor, quelle principali di alimentazione, ecc., non ci sono i simboli tradizionali di massa, ma una linea di massa (collegata al positivo) che percorre tutto lo schema rendendolo ben poco leggibile, inoltre ho riscontrato numerosi errori, alcuni veramente palesi, altri meno, ma che cercando di capire il funzionamento diventavano evidenti anche facendo il confronto con lo schema del modello successivo, la 18H-815, molto simile in molte parti dei circuito, per maggior comodità mi sono messo a correggerlo e lo trovate in fondo a quest’ articolo insieme a quello originale non corretto ed a quello della 18H-815. Consultando alcuni forum stranieri di appassionati ho letto che molti dei problemi di queste radio sono causati dal deterioramento dei condensatori elettrolitici, alcuni dei quali ho notato essere già stati sostituiti molti anni fa, per questa ragione ho deciso di cambiarli tutti, una spesa modesta in termini di materiale, ma che ha richiesto alcune ore di lavoro.

 

 

Un po’ di condensatori nuovi pronti per la sostituzione di quelli vecchi.

 

 

E questi sono quelli vecchi appena sostituiti, li ho provati tutti con il multimetro, molti erano fuori tolleranza, alcuni erano proprio fuori uso.

 

 

In alto la scheda di bassa frequenza con alcuni dei condensatori già sostituiti.

 

 

Questa invece è la radio con tutti i condensatori elettrolitici cambiati.

 

Una volta sostituiti tutti i condensatori, operazione che ha richiesto la rimozione di una puleggia dei condensatori variabili ed il distacco delle funicelle della sintonia che era comunque mia intenzione sostituire, ho provato di nuovo la radio, la qualità della ricezione FM è diventata molto buona, ma le altre gamme d’onda presentavano ancora i medesimi problemi, a questo punto, dopo aver studiato per bene lo schema da me riveduto e corretto, ho iniziato a fare un po’ di misure, le tensioni su tutti i transistor che rientravano nella normalità pur non avendo dei precisi riferimenti per cui in alcuni casi le ho dovute stimare in base al valore delle resistenze presenti, ho provato anche tutte le giunzioni dei transistor della sezione AM con il prova diodi del multimetro, ma anche in questo caso non c’era nulla di strano, a questo punto ho tirato fuori oscilloscopio e frequenzimetro ed ho deciso di “fare sul serio”, per prima cosa ho verificato il corretto funzionamento dell’ oscillatore locale su tutte le gamme d’ onda, non rilevando particolari problemi, l’ unico difetto, probabilmente dovuto al condensatore variabile che ha qualche problema, è che scendendo di frequenza si raggiunge il minimo prima del fine corsa e poi torna a salire per una piccola parte della corsa prima di raggiungerne la fine, ma non è certo questa la causa dei problemi, ho anche controllato i range di frequenza dell’ oscillatore nelle varie gamme d’ onda rendendomi conto che la copertura non è quella dichiarata dal costruttore, probabilmente a causa dei problemi del condensatore variabile, anche tarando i trimmer capacitivi presenti per ogni gamma posso spostare in alto o in basso l’ intero range, ma non estenderlo com’è ovvio, dovrò valutare se sia il caso di sostituire il condensatore variabile, ma dovrò adattarne uno in quanto l’ originale è introvabile. Mi sono poi accorto che la frequenza della gamma delle onde medie scendeva ben al di sotto di quella minima prevista e questa era la causa del fischio che si innescava quando si scendeva al di sotto di un certo limite, l’ho ritarato al corretto valore ed il fischio è sparito, ma si continua a sentire poco o nulla.

 

 

Controllo dell’oscillatore locale, frequenza di 4,0 MHz.

 

A questo punto ho iniziato a seguire il segnale con l’oscilloscopio, sul collettore del TR7 il segnale era regolarmente presente, ma sulla base del successivo TR9 era invece molto attenuato, ho pensato subito ad un problema del trasformatore accordato T-13, ma sapendo che sono componenti molto affidabili che raramente danno problemi ho pensato che fosse un problema di taratura, ho segnato la posizione iniziale dei nuclei in ferrite ed ho iniziato a girarli lentamente entrambi in un senso e nell’ altro dopo aver sintonizzato una delle poche stazioni che si riuscivano a ricevere, anche se con un volume molto basso, in pochi secondi di “smanettamento” il livello del segnale si è alzato notevolmente ed ha iniziato a ricevere anche altre emittenti che prima non si sentivano, ho ripetuto l’ operazione anche con i successivi T-14 e T-15 ed alla fine si sono iniziate a sentire molte emittenti anche in onde medie e lunghe (in particolare in orari serali), con un volume confrontabile con quello della FM; so che non sarebbe la procedura corretta per tarare gli stadi a media frequenza, ma non disponendo di un generatore di segnali direi che posso essere soddisfatto del risultato ottenuto. Non resta a questo punto che sostituire tutte le cordicelle della sintonia, che sono ben quattro, operazione che richiede il suo tempo.

 

 

Le prime due cordicelle sono state montate, sono quelle che azionano i condensatori variabili dalle due pulegge di rinvio, adesso bisogna montare quelle lunghe che collegano gli alberini di azionamento ai rinvii ed agli indici della sintonia. In questo momento la radio sta funzionando sintonizzata sulla frequenza di 12 MHz, quella indicata dal frequenzimetro è quella dell’oscillatore locale che lavora ad una frequenza superiore di 455 kHz che è quella della media frequenza utilizzata su questa radio.

 

 

Qui sono state montate le altre due cordicelle con gli indici della sintonia che ho riverniciato di colore bianco, molto più visibili del rosso originale sullo sfondo nero.

 

Adesso è il momento di tarare i due indici della sintonia, dopo aver posizionato il telaio nel mobiletto si può procedere: per la FM è molto semplice, basta sintonizzarsi su una stazione radio a metà scala con una radio dotata di sintesi di frequenza in modo da conoscerla con precisione, poi si cerca la medesima stazione con la radio da tarare e se l’indice non corrisponde al valore corretto della frequenza lo si può spostare regolando il compensatore Ct-2 presente nel condensatore variabile della FM che agisce sull’oscillatore locale; per l’AM invece le cose sono più complicate, va tarata indipendentemente ogni gamma agendo sui 5 compensatori da Ct-8 a Ct-12, portando l’ indice a metà scala e misurando la frequenza dell’oscillatore locale che dovrà corrispondere a quella segnata dall’indice maggiorata  di 455 kHz, operazione semplice in teoria, peccato che con l’ indice a metà scala la frequenza sintonizzata e ben lontana da quella indicata e non c’è modo di arrivarci agendo sui compensatori e questo succede per tutte le gamme AM tranne quella dei 49m, inoltre misurando la frequenza dell’ oscillatore locale lungo tutta l’ escursione della sintonia noto uno strano difetto, a inizio scala la frequenza è nettamente superiore a quella che dovrebbe essere, girando il condensatore variabile per aumentarla, questa diminuisce per il primo quarto della scala raggiungendo un minimo, che tuttavia è sempre notevolmente superiore a quello che avrebbe dovuto essere a inizio scala, poi la frequenza inizia a salire fino alla fine della scala, ma anche in questa posizione il massimo è decisamente inferiore a quello avrebbe dovuto essere, anche questo difetto si manifesta su tutte le gamme eccetto quella dei 49m. Consultando lo schema vedo che l’ unica cosa che hanno in comune è il condensatore variabile VC-5 che è meccanicamente accoppiato con i VC-3, VC-4 e VC-7, decido quindi di staccarlo per poterlo controllare bene e provare; la copertura di plastica trasparente si rimuove senza particolari problemi consentendo di vedere l’ interno e si nota subito che una sezione, proprio quella relativa al VC-5, ha molte lamelle di quelle collegate all’asse che ruotano sfasate invece di essere tutte allineate come dovrebbero essere, questo fa sì con il condensatore nella posizione di capacità massima non raggiunga quella prevista in quanto alcune lamelle rimangono fuori da quelle fisse, altre ancora escono prima che la rotazione arrivi a fine corsa e questo causa una diminuzione della capacità causando quei difetti riscontrati, trovare il ricambio originale è impossibile, sullo schema e sul condensatore non ci sono indicazioni utili per risalire alle caratteristiche, decido pertanto di comprarne alcuni, meccanicamente compatibili, è poi vedere come si comportano.

 

  

In queste foto si vede bene il condensatore variabile danneggiato, qualcuno ci aveva già messo le mani in quando il dado, che risultava allentato, aveva dei segni, anche alcuni dei sottili fogli isolanti erano danneggiati dalle lamelle che rientravano dalla parte opposta, ho provato a vedere se si riuscivano a riallineare, ma è praticamente impossibile. Questo condensatore variabile, utilizzato solo nella sezione AM, ha 4 sezioni, due a capacità superiore e due a capacità inferiore, normalmente sono utilizzati nelle radio AM-FM utilizzando la sezione a capacità inferiore per la gamma FM, in questo caso viene utilizzato per la gamma dei 49m che ha un’escursione in frequenza molto limitata, per la sezione FM è presente un secondo condensatore variabile.

 

 

 

Questi invece sono i condensatori variabili che ho acquistato nelle speranza di trovarne uno il più possibile simile all’ originale dal punto di vista della capacità, meccanicamente sono tutti compatibili, sono tutti dotati anche di trimmer capacitivi alcuni collegati internamente altri hanno connessioni indipendenti in modo da poter essere collegati al condensatore variabile solo in caso di necessità; come prima cosa li provo con un capacimetro per avere un’idea delle loro caratteristiche, ho chiamato sezioni 1-2 quelle di capacità inferiore e sezioni 3-4 quelle di capacità maggiore:

 

N.1: marchiato NCE (a sinistra)

Con trimmer nella posizione di minima capacità: sezioni 1-2 da 6 a 26 pF, sezioni 3-4 da 6 a 133 pF.

Con trimmer nella posizione di massima capacità: sezioni 1-2 da 13 a 33 pF, sezioni 3-4 da 16 a 143 pF.

 

 

N.2: marchiato SISTER model MVC 2EFB (in centro)

Con trimmer nella posizione di minima capacità: sezioni 1-2 da 7 a 26 pF, sezioni 3-4 da 8 a 134 pF.

Con trimmer nella posizione di massima capacità: sezioni 1-2 da 14 a 34 pF, sezioni 3-4 da 17 a 144 pF.

 

N.3: marchiato TWF (venduto come CBM-443BF, a destra)

Con trimmer nella posizione di minima capacità: sezioni 1-2 da 6 a 26 pF, sezioni 3-4 da 7 a 278 pF.

Con trimmer nella posizione di massima capacità: sezioni 1-2 da 17 a 38 pF, sezioni 3-4 da 18 a 286 pF.

Con trimmer delle sezioni 3-4 scollegati: sezioni 3-4 da 6 a 277 pF.

 

Il capacimetro utilizzato ha una precisione del 2,5%+5 pF, ma ha poca importanza dal momento che serve per valutare la differenza tra i vari condensatori variabili e non il valore assoluto della capacità.

 

Come si può vedere dai valori misurati con il capacimetro, i N. 1 e 2 sono praticamente identici, entrambi hanno tutti i trimmer collegati internamente alle varie sezioni dei condensatori variabili, il n. 3 ha invece i trimmer delle sezioni 3-4 con terminali separati che possono essere collegati o meno ai terminali dei due condensatori variabili, pertanto ho effettuato anche un test supplementare tenendoli scollegati ed è risultato che con i trimmer nella posizione di minima capacità i valori della capacità totale è praticamente la stessa che con i trimmer staccati.

 

A questo punto, non avendo la minima idea dei valori del condensatore variabile montato sulla radio, ma solo che due delle quattro sezioni hanno la capacità massima molto inferiore a quella delle altre due, monto il N.1 per vedere come si comporta: dopo alcune prove e misure con il frequenzimetro con i trimmer, sia del condensatore variabile che quelli della radio, nelle varie posizioni, riscontro di riuscire a raggiungere senza particolari difficoltà la frequenza massima di ricezione prevista dalle specifiche della radio, ma la frequenza minima raggiunta dall’ oscillatore locale rimane molto al di sopra di quella prevista, questo per quanto riguarda le gamme d’ onda controllate dalle sezioni 3-4 del condensatore variabile, la gamma dei 49 m che invece viene regolata dalle sezioni 1-2 raggiunge praticamente sia il minimo che il massimo, sarà solo necessaria un’ accurata taratura ed eventualmente la sostituzione dei condensatori fissi che si trovano in parallelo a quelli variabili per correggere il valore e renderlo ottimale; visti i risultati è evidente che la capacità massima raggiunta dalle sezioni 3-4 di questo condensatore variabile è di gran lunga inferiore a quella necessaria per poter raggiungere la frequenza minima prevista.

 

A questo punto provo con un altro condensatore variabile, lascio perdere il N.2 in quanto ha caratteristiche quasi identiche al N.1 e pertanto non mi aspetterei risultati significativamente differenti, monto invece il n. 3 che dalle prove ho riscontrato la capacità massima delle sezioni 3-4 essere molto superiore (praticamente il doppio) di quella degli altri due:

 

Nuovo condensatore variabile montato, provata la radio è risultato perfetto, restano solo da tarare i vari trimmer della radio e quelli del condensatore variabile per far corrispondere al meglio la frequenza ricevuta nella varie gamme d’ onda con quella indicata dalla lancetta sulla scala graduata. Ho provato tutte le gamme d’ onda e su tutte si ricevono varie stazioni estere con intensità di segnale soddisfacente, non resta quindi che richiudere la radio e metterla insieme alle altre già presenti nella mia collezione.

 

Sono anche riuscito a trovare l’alimentatore di rete originale NUOVO negli USA, va inserito all’ interno della radio in modo da poterla utilizzare in casa senza doverci mettere dentro le 6 batterie da una torcia, per sicurezza ho cambiato i due condensatori elettrolitici, saranno stati nuovi, ma vecchi di almeno 50 anni.

 

Alimentatore nuovo, direttamente dagli USA, il cavallotto che si vede a sinistra è stato rimosso dalla finta presa di corrente presente sul pannello posteriore della radio, sotto al coperchio superiore, serve per abilitare l’alimentazione da rete, quando si dovesse utilizzare a batterie basta arrotolare il cavo mettendolo all’ interno ed inserendo la spina nella finta presa di corrente; in dotazione c’è anche la riduzione per le prese di corrente americane, che ovviamente da noi non serve, la spina originale e perfettamente compatibile con le prese di corrente italiane.

 

 

Primo condensatore sostituito, adesso tocca al secondo.

 

Telaio inserito nel mobiletto e rimontato pannello posteriore switch e prese, la grossa presa a sinistra ospita la spina di alimentazione dalla rete elettrica quando viene utilizzata con le batterie, inserendola si aziona uno switch che commuta dall’ alimentazione da rete a quella con le batterie.

 

Rimontato anche il porta batterie.

 

Sullo sportello del vano batterie è presente un’etichetta con le specifiche delle bande radio ricevute.

 

Sono presenti anche i due cilindri di plastica che servono a contenere le batterie.

 

Sullo sportello posteriore è presente uno sportellino che copre le prese ed alcuni switch.

 

Radio rimontata e collaudata, perfettamente funzionante in tutte le gamme d’ onda.

 

Le due antenne, solo parzialmente allungate per questioni di inquadratura fotografica.

 

Sanyo TransWorld 17H-815, anno 1966.

 

 

Qualche considerazione si deve fare riguardo il manuale di servizio, ne ho visti tanti in vita mia, ma di fatti così male e pieno di errori non mi era mai capitato di trovarne, a parte il fatto che manca qualsiasi indicazione delle tensioni di riferimento e delle regolazioni dei tre trimmer R12 ed R42, che per fortuna ho trovato su quello del modello più recente 18H-815, ma ci sono anche alcuni pallini mancanti in presenza di fili connessi ed altri presenti dove non dovrebbero esserci, come pure alcune linee di troppo ed altre mancanti, mancava anche la resistenza da 100 Ohm posta in parallelo allo strumentino, senza questa la radio non potrebbe mai funzionare una volta estratta dal mobiletto senza lo strumento collegato e probabilmente in quest’ ultimo scorrerebbe una corrente troppo elevata durante il normale funzionamento. Nelle due immagini sotto un esempio dei tanti errori:

 

Questo è l’originale, il pallino cerchiato di rosso non dev’esserci, cortocircuiterebbe la resistenza R86 e collegherebbe direttamente al negativo la base del transistor bloccandone il funzionamento.

 

Questo è com’è stato corretto da me, il condensatore C85 fa da filtro tra il positivo (sotto) ed il negativo (sopra), il condensatore di disaccoppiamento C86 porta il segnale audio alla base del transistor Tr-15 dal collettore di quello precedente, ho anche aggiunto la polarità dei condensatori elettrolitici ed evidenziato in neretto tutta la linea di massa, che su questa radio è collegata al positivo delle batterie, in questo modo è molto più leggibile, come aveva fatto la stessa Sanyo sullo schema del modello successivo 18H-815.

 

Ho corretto per quanto possibile tutto lo schema, ovviamente non posso garantire che qualche altro errore mi sia sfuggito, come pure sullo schema di montaggio della componentistica sul circuito stampato che non ho osservato più di tanto. Ho anche capito il perché della presenza in questa radio di tanti transistor quando la Philips con “soli” 11 transistor non va certo peggio, a parte un transistor in più necessario per il controllo dello squelch, assente sulle altre radio, gli altri cinque transistor in più, a cosa servono? Non certamente a rendere la radio migliore come un profano potrebbe pensare, ma a semplificarne la progettazione, gli stadi amplificatori a media frequenza della Sanyo sono completamente sdoppiati tra AM e FM utilizzando un numero doppio di transistor (3 in più), altre radio come la Philips e la Zenith utilizzano gli stessi transistor per AM ed FM accoppiando i vari stadi ognuno con due trasformatori accordati, uno per i 455 kHz dell’AM ed uno a 10,7 MHz per la FM, progetti sicuramente più complessi, ma che richiedono meno componentistica semplificando il circuito; gli altri due transistor in più sono utilizzati uno nel preamplificatore di bassa frequenza ed uno nel tuner FM.  Anche la corrente minima assorbita da questa radio è di 30 mA, contro i 27 della Zenith ed i 22 mA della Philips, sembra poco, ma è il 37% in più ed è pure un progetto più datato di tre anni, in una radio alimentata a batterie fa una notevole differenza.

 

 

 

Conclusioni: questa Sanyo è sicuramente una radio più bella fuori che dentro, ma era venduta ad un prezzo decisamente inferiore alla concorrenza europea ed americana, e questo sicuramente poteva incentivare molti acquirenti a sceglierla, anche in virtù delle caratteristiche dichiarate (ma non sempre rispettate) e dal notevole numero di transistor presenti che per i profani era spesso un metro di giudizio. Un appassionato di elettronica non può invece non notare la progettazione e l’ingegnerizzazione alquanto approssimativa, la qualità della componentistica in certi casi decisamente inferiore alla concorrenza più blasonata (vedi i condensatori variabili) e la scelta di alcuni materiali impiegati per la realizzazione (masonite e truciolare per il mobiletto), resta comunque un bell’oggetto da collezione, in particolare se perfettamente funzionante. 

 

 

 

Documentazioni:

 

Manuale di servizio originale 17H-815 >   (6,44 MB)

 

Manuale di servizio corretto 17H-815 >    (1,76 MB)

 

Manuale di servizio originale 18H-815 >    (1,93 MB)

 

 

 

 

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Ultima modifica 03/11/2025