Talvolta
viene il dubbio che gli strumenti montati su una vecchia Land Rover non
funzionino correttamente, oppure, in caso di malfunzionamento evidente, occorre
individuare la causa del problema, se si dispone di ricambi per fare le prova,
basta provare a cambiare i vari componenti (stabilizzatore, strumento o
trasduttore) fino ad individuare quello difettoso, ma in caso di mancanza o se
si vuole tarare semplicemente uno strumento vecchio può essere utile disporre
di un tester Smiths per fare le prove sui vecchi
strumenti Smiths e British Jaeger
montati sulle auto inglesi degli anni 60-70.
Ne esistono vari modelli, per testare più tipi di strumenti anche
funzionanti a tensioni differenti, ma tutti sono adatti per provare gli
strumenti termici a bimetallo montati sulle Land Rover costruite tra il 1968 ed
il 1985, sia quelli di serie che eventualmente quelli optional, ad eccezione
per quelli a movimento magnetico che di solito se non funzionano non danno
segni di vita. Questo in mio possesso è un tipo di tester Smiths
degli anni ’60:
Questo
strumento consente di verificare la tensione della batteria che sia sufficiente
per far funzionare correttamente gli strumenti, verificare la tensione in
uscita dallo stabilizzatore di tensione utilizzato con gli strumenti termici
che richiedono una tensione molto stabile e precisa per il loro corretto
funzionamento e simulare il funzionamento del trasduttore (bulbo temperatura o
galleggiante serbatoio) per verificare il corretto funzionamento dello
strumento montato sul veicolo. Le stesse prove si possono fare al banco
disponendo di un’ alimentazione a 12-14V (alimentatore stabilizzato o batteria)
e di uno stabilizzatore per strumenti da collegare tramite alcuni cavetti
dotati di terminali a “coccodrillo”. Per praticità farò le prove in quest’
ultimo modo, ma ovviamente si possono fare anche direttamente sul veicolo; in
questo caso, per semplicità, si può tralasciare il test dello stabilizzatore
che richiede lo smontaggio del pannello strumenti, ma fare direttamente il test
dello strumento simulando il funzionamento del trasduttore e, solo se questo
non dovesse essere soddisfacente, verificare in un secondo tempo il funzionamento
dello stabilizzatore.
Per
prima cosa misuriamo la tensione di alimentazione fornita dalla batteria,
collegando i terminali I e Earth del tester alla
batteria dopo un paio di minuti la lancetta deve raggiungere la zona bianca
verso il fondo scala dello strumento, se non ci arrivasse vuol dire che la
tensione della batteria non sarebbe sufficiente per fare le prove successive.
Da notare che la polarità è ininfluente trattandosi di strumenti termici, anche
invertendola il risultato non cambia.
Colleghiamo
a questo punto lo stabilizzatore di tensione e verifichiamone il funzionamento,
l’ ingresso va collegato al positivo della batteria, l’ uscita al terminate I
del tester e la carcassa dello stabilizzatore va collegata sia al negativo
della batteria che al terminale Earth del tester,
dopo un paio di minuti, se lo stabilizzatore di tensione funziona
correttamente, la lancetta si posiziona nella zona bianca al centro dello
strumento.
Colleghiamo
ora un terminale dello strumento da provare all’ uscita dello stabilizzatore e
l’ altro terminale al morsetto T del tester, il morsetto Earth
va lasciato collegato alla carcassa dello stabilizzatore ed al negativo della
batteria, non è invece necessario collegare a massa la carcassa dello strumento
in quanto serve solo per la massa della lampadina dell’ illuminazione notturna.
Selezionando sul commutatore il segmento “bimetal” e
provando sulle tre posizioni la lancetta si deve posizionare rispettivamente ad
inizio scala, a metà scala ed a fondo scala, aspettando sempre un paio di
minuti dopo aver cambiato posizione sul commutatore. Le prove le ho fatte per
comodità con un termometro per l’ olio, ma vale la stessa cosa per il
termometro dell’ acqua o lo strumento del livello carburante.
In
questo caso il test è risultato perfetto in quanto lo strumento era nuovo, ma
se la lancetta non si fosse posizionata dove avrebbe dovuto, sarebbe possibile
tararlo agendo sui due registri posti sul retro, normalmente chiusi da due tappini di sughero, che muovendoli con un cacciavite
agiscono rispettivamente su inizio scala e fondo scala, ovviamente bisogna
agire su entrambi facendo varie prove fino ad ottenere il miglior compromesso
di precisione tra inizio, centro e fondo scala.